Il Giorno della Memoria a Teramo, nel ricordo di Palatucci, Rossi e Alberto Pepe

TERAMO – Anche Teramo ha celebrato il Giorno della Memoria, con il pensiero rivolto alle vittime della Shoah, a imperituro monito contro tutte le discriminazioni di razza e di religione, con una serie di iniziative che hanno teuto al centro dell’attenzione fulgidi esempi di lotta contro la deportazione e l’odio razziale.
Palatucci a Villa Mosca. A Villa Mosca, presso la targa a lui dedicata nell’omonima via, è stato reso omaggio a Giovanni Palatucci, ultimo Questore italiano di Fiume, proclamato ‘Giusto tra le Nazioni’ e Beato, con la deposizione di una corona di alloro.
Medaglia d’onore a Luigi Rossi. In prefettura, a Teramo, si è svolta la cerimonia di consegna di una Medaglia d’Onore, concessa con decreto del Presidente della Repubblica ai cittadini deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, quale risarcimento soprattutto morale che la Repubblica Italiana riconosce per il sacrificio patito dai propri cittadini. Il prefetto Graziella Patrizi, su incarico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla presenza del Presidente della Provincia, del Sindaco di Teramo, del Vescovo, dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco, ha consegnato al questore vicario di Teramo, Andrea Rossi, la Medaglia d’Onore ‘in memoriadel padre Luigi, tenente dei Reali Carabinieri catturato dai tedeschi nella Caserma Vittorio Emanuele III di Roma il 7 ottobre 1943 e deportato nel campo di concentramento di Biala Podlaska (Polonia) dove è rimasto fino al 21 aprile 1944 e sopravvissuto alla prigionia.
Il ricordo di Alberto PepeL’ANPI di Teramo, in collaborazione con l’Associazione Culturale "Teramo Nostra", ha voluto ricordare il teramano Alberto Pepe, morto per mano dei nazifascisti dopo essersi rifiutato, nel 1943, di aderire alla Repubblica di Salò.

Il messaggio del sindaco Gianguido D’Alberto. “Non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria”.  Con queste parole, ieri all’Angelus, Papa Francesco ha mirabilmente sintetizzato il senso della Giornata della Memoria. Nulla di moralistico, di celebrativo, ma una occasione di riflessione personale e collettiva. “Mai più, mai più” ha concluso il Pontefice: un urlo che scolpisce una vergogna della nostra epoca recente e che non può tradursi in anelito o auspicio ma in quotidiana vigilanza, in concreta attenzione. Facciamo nostre queste parole: i tempi ce lo richiedono, visti i preoccupanti rigurgiti di una atmosfera in cui l’odio pare essere la cifra che si impone; lo vediamo in politica, nei rapporti tra le persone, nelle manifestazioni che annullano il pensiero diverso, nelle innumerevoli casualità e banalità del quotidiano, nel lavoro e perfino nello sport. Si diffonde la ideologia del nemico da abbattere, del ‘fastidio’ da eliminare.
E non crediamo, rassicurandoci, che si tratti di una tendenza lontana. Il vento che intorpidisce le relazioni nel nostro Paese, soffia più o meno lieve anche da noi, insinuandosi talvolta con diabolica efficacia.
Per questo le diverse e tutte qualificate manifestazioni che da alcuni giorni si stanno svolgendo nella nostra città, sono un segnale da cogliere con favore. Teramo, evidentemente, sa percepire, a livello collettivo, il vento dei tempi e sa dare risposte che, in questo caso come mai, invitano tutti: dai giovani delle scuole ai cittadini nella loro  maturità, ad una attenta riflessione su quanto accaduto e su quanto sta accadendo.D’altronde, la nostra convivenza affonda le sue radici nella Costituzione che sa delineare con limpidezza i confini alti e rilevanti nei quali la diversità è indicata come opportunità da tutelare e ricchezza da rimarcare.
Su parole come ‘normalità’ e ‘conformità’ sono state costruite le peggiori tragedie dell’umanità. La sfida della memoria, è di renderci capaci di fuggire dalla tentazione di guardare solo al passato come ammonimento, per proiettarci verso il futuro come esortazione, abbattendo le barriere culturali che evidentemente impediscono questo straordinario passaggio di civiltà. 
C’è una testimone che ci ricorda ogni giorno la necessità della vigilanza. La senatrice Liliana Segre, ci incita ad esercitare la coscienza. Perché sì, nessuno può credere che un uomo degno di essere tale, possa farsi artefice di odio. Non a caso la senatrice a vita non ha cancellato dal suo braccio il tatuaggio che riporta il numero che era diventata, come tutti gli altri deportati, ad Auschwitz. Nessun uomo è un numero, nessuna questione può essere ridotta a calcolo matematico, nessun problema che ci si pone davanti può diventare argomento da risolvere con meri calcoli economici o di presunta ‘difesa’.
Il messaggio che la Giornata della memoria può veicolare, è un invito alla concretezza, un appello alla consapevolezza della realtà, un incitamento a vivere la differenza come ricchezza, uno stimolo a spalancare le braccia, una esortazione ad aprire le frontiere istituzionali all’altro.
Non voltiamoci se segnali di odio e disprezzo dell’altro ci sfiorano e non dimentichiamo che anche Teramo, in passato, ha subìto e vissuto il dramma della diversità intesa come pericolo da rimuovere. Razze, religioni, orientamenti sessuali, appartenenze etniche, condizione umana convivono con noi. Camminiamo insieme, per il bene e la crescita umana e sociale di tutti.